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Murale- I’Universita` di Roma Come questa porta nel murale che ho disegnato nella clinica a San Francisco. con una colla acrilica mettendoci sopra della carta Dopo che avevamo costruito un palco su cui poggiare i pannelli... Io ed Ashok abbiamo preparato gli elementi di architettura Insieme abbiamo svulupato il gruppo al centro S. Quintino Carla ha lavorato insieme a Gianna a trascrivere le storie sia in inglese che in italiano. |
Le assi delle piazze congiungeranno le piazze con punti improtanti nella città. Il disegno preliminare del murale Durante il processo della documentazione del quartiere, io ho sviluppato il disegno preliminare del murale. La sala, l'aula magna, luogo del murale, è grandissima e le caratteristiche dello spazio insieme con le storie degli anziani ed altri hanno determinato il disegno. Avevamo imparato molte cose dell'Esquilino dalla gente e le volevo rappresentare tutte nel murale. `E un quartiere unico a Roma, l'Esquilino. Con le sue villette era un piccolo pezzo di Torino messo nella città di Roma quando si era trasferito qua il governo. La struttura urbanistica non `e di Roma. Le piazze e i rapporti nell'Esquilino sono diversi; e tutto questo sara soggetto nel murale. In effetti, il murale produrrà una piazza dentro l'aula magne; una combinazione di Pza. S. Maria Maggiore ad ovest e Pza. Vittorio ad est. E sampre come nell'Esquilino, le assi delle piazze congiungeranno le piazze con punti improtanti nella città: come per esempio nell'imagine: S. Maria Maggiore con il centro della città. In effetti, il murale produrrà una piazza dentro l'aula magna. Molto importante nella sala per il nostro disegno sono i corridoi fra i banchi. In questi punti useremo la prospettiva per guidare l'occhio verso lo sfondo. L'opportunità esiste perchè sappiamo in quale direzione gli studenti si muoveranno e dove saranno i punti focali. Cosi potremo tirare le persone dentro il murale. Un buon esempio di cio `e la veduta di fronte a S. Maria Maggiore che va sopra il Foro Roman Antico e continua ad arrivare all'Aventino. Molto importante nella sala sono i corridoi fra i banchi. Cosi potremo tirare le persone dentro il murale. Ci sono molti particolare nell'aula che potrebbero interferire al progetto, se non li usassimo in modo opportuno. Sulla parete occidentale per esempio ci sono Quattro griglie. Noi le faremo diventare le colonne della galleria a Piazza Vittorio. Ci sono anche molte porte nell'aula ma come questa porta nel murale che ho disegnato nella clinica a San Francisco, possono diventare piccoli tempietti. Noi le faremo diventare le colonne della galleria a Piazza Vittorio. Vengono rappresentate anche le vicende quotidiane della città, per esempio: la sfida di attraversare la strada. Queste storie piccole assumono un ruolo importante nel murale. Noi le useremo come il primo piano del grandissimo panorama. Non facciamo semplicemente un quadro sulle pareti. Faremo un panorama reale sopra la città: un paesaggio reale che guida l'occhio dinamicamente verso lo sfondo e un paesaggio in cui si ci può entrare. Un paesaggio reale che guida l'occhio dinamicamente verso lo sfondo. La mia scelta di lavorare con gli anziani: Una storia con gli indiani e due pro-zie Come ho accenato precedentemente abbiamo lavorato con due centri nell'Esquilino: Il centro anziani S. Quintino ed il centro anziani Colle Oppio. Ma per me non è la prima volta in cui ho lavorato con gli anziani. In fatti, molti anni fa il lavoro colaborativo è diventato il centro della mia vita come artista. Perche? Molti anni fa, lavorando sul progetto di un murale a Pittsburgh, mi ritrovavo nella situazione di non avere nemmeno abastanza denaro per comprare il materiale per il progetto e quindi mi sono messo a cercare una sovenzione per finanziare il lavoro. In questo stesso periodo mi è capitata una situazione che non solo ha risolto il mio dilemma finanziario ma ha dato vita anche ad una nuova fase del mio lavoro. In visita alla casa di due pro-zie (Alma e Blanche) nello stato di Connecticut scopri che Alma ebbe una vita particolarmente interessante. Il loro padre fu soldato nella Guerra Civile sotto il generale Sherman il quale in seguito, lo accompagnò nel Montana a pertecipare nelle guerre contro gli indiani americani: contro i famosi Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa, e Toro Seduto. E perciò la zia Alma fu nata ad un forte. Una serata mentre Meg, mia moglie e la zia Blance sono uscite insieme io sono rimasto solo a casa ad accudire alla vecchia zia Alma, un po' demente ma anche buffa nella sua seconda infanzia. Alma aveva un'abitudine curiosa che era diventata un mistero per il resto della sua famiglia. Ogni sera con il tramontare del sole si alzava e andava a tutte le finestre a chiudere le tende. Era quasi un rito serale che la famiglia non sapeva spiegare. Questa particolare sera dopo aver guardato insieme una partita di baseball alla TV la zia comincia a fischiare e a dondolarsi quasi come se fosse caduta in trance. Comincia a descrivere una stanza dalla sua infanzia. Narra la storia nel tempo presente come lo stesse vivendo in quell'istante: Siamo a casa nostra al forte. Mio padre non c'è. È andato a cercare il ladri di cavalli. Mia mamma sta preparando la cena. Io aspetto alla tavola con mio fratello. Lei porta la cena alla tavola. Arriva il tramento. Alzo gli occhi e vedo che ad ogni finestra c'è la faccia di un indiano. Ho paura. Ho una paura tremenda. Corro alle finestre e chiudo le tende. E nella soggiorno di Connecticut, di fronte alla televisione durante la partita di baseball, lei si alza e si affretta a tutte le finestre a chiudere tutte le tende. Gli indiani in quella lontana serata al forte erano solamente incuriosity. Volevano solo sapere come mangiavano i bianchi. Ma nella luce brillante della casa nel Montana agli occhi della piccola Alma sembravano come diavoli. Risolvendo il mistero della famiglia quella sera mi `e diventanto chiaro che io dovevo lavorare con gli anziani. Ero sicuro che la decisione avrebbe portato qualcosa di nuovo dentro i miei murali, una nuova di dimensione: qualcosa incontrollabile e qualcosa molto vivace. Il lavoro a Pittsburgh A luglio, dopo aver finito le ricerche a Roma siamo ritornati a Pittsburgh. L'edificio in cui si trova il mio studio attuale era stato una scuola elementare d'una chiesa cattolica nella zona industriale della città. Si trova sotto un ponte e i bambini degli operai che avevano lavorato nelle vecchie acciaierie venivano a scuola qui. I pavimenti e le pareti di questa vecchia scuola a volte sembra che parlino. Quando ci sono arrivato dieci anni fa si vedeva ancora la linea gialla sulle scale che separava le file di alunni mentre salivano e scendevano. Si trova sotto un ponte. Le stesse scalinate erano diventate il nostro problema più grande. Ogni pannello, ogni litro d'acrilico, ogni rametto di carbone doveva essere trasportato su per iniziare il lavoro e in seguito dovrà essere riportato giù al termine del progetto. Prima abbiamo preparato i pannelli passandoci sopra una pittura che li sigilla. E poi, abbiamo ricoperto i panelli con una colla acrilica mettendoci sopra della carta sulla quale disegniamo. Dopo che avevamo costruito un palco su cui poggiare i pannelli in mezzo allo studio potevamo vedere la maggior parte delle pareti che vanno al lato sud ed al lato ovest dell'aula. `E sempre un momento molto difficile averti davanti il biancore dei pannelli vuoti. E sempre un momento molto difficile averti davanti il biancore dei pannelli vuoti. Ognuno avevo un ruolo preciso durante i preparative. Io ed Ashok abbiamo preparato gli elementi di architettura del murale. Lara e Ross hanno disegnato le figure. Carla ha lavorato insieme a Gianna a trascrivere le storie sia in inglese che in italiano. Cosi in un mese abbiamo concluso lo sviluppo della parete sud. A meta agosto gli studenti sono dovuti andare via. Ashok e Carla a percorrere il cammino verso la laurea e Ross e Lara a prendere altri posti nel mondo lavorativo. Lara e Ross hanno disegnato le figure Adesso altri due lavorano con me allo studio. Mio nipote, Gregoire Picher, con cui ho fatto altri due murali (uno a San Francisco) e una mia vecchia studentessa, Particia Clark. Impiegheremo un anno o un anno e mezzo a finire il murale a Pittsburgh. Gregoire desegna le figure e Patricia gli elementi di architettura. Alla fine, verrà spruzzato con un fissativo per proteggerlo. La superficie del murale (acrilico ricoperto di vernice) sarà completamente impermeabile. Poi lo spediremo via mare a Roma per l'istallazione. Gregoire Picher e Patty Clark |